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al testo di Rosetta Sacchi
Come pioveva quel d di maggio
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S’era già in comunione morti e vivi I chiodi sul legno chiaro la pioggia fine sul peso d’ogni passo nel rintocco grave d’una campana, impresso come a fuoco. Nel velo di nebbia una penuria di case… sonnolente da non sembrare quasi il mio paese.
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Dedalus
- 03/05/2021 20:58:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
Note d immensa tristezza che si mescolano a ricordi impressi a fuoco del tocco grave duna campana che scandisce passi pesanti sotto una pioggia fine in uno scenario spettrale di case sparute avvolte nella nebbia. Scrittura veramente magistrale che scava dentro lanimo del lettore un abisso doloroso; tutto appare dosato alla precisione in un quadro di malinconia profonda tanto che se la lirica fosse accompagnata da un requiem di Johann Sebastian Bach o di Wolfgang Amadeus Mozart la si potrebbe annoverare tra le opere in videoclip più importanti di questa nostra attuale contemporaneità. Testo chè in perfetto equilibrio nel connubio di parola e immagine.
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